Come abbiamo visto più volte, l’e-commerce in Italia è un settore in forte crescita ma dal potenziale ancora inespresso.
Un interessante articolo scritto da Tracey Wallace di hubspot indaga le connessioni tra dispositivi mobile, e-commerce, negozi fisici e store online.
Alla luce dell’articolo citato, vediamo assieme 7 ragioni per rendere mobile friendly il tuo sito ecommerce:
1. I consumatori abituati ad acquistare quando vogliono, inclini allo shop multicanale, che si informano sui social prima dell’acquisto, utilizzano il telefono soprattutto per accedere a internet. (Fonte: pwc.com)
2. I consumatori utilizzano lo smartphone soprattutto per navigare e comparare i prodotti, mentre per l’acquisto utilizzano il pc o si recano direttamente in negozio.
3. Secondo i dati del report Total Retail V Survey United States (US) negli Stati Uniti il 78% degli intervistati acquista in negozio, il 68% acquista online da pc, il 15% da smartphone e tablet.
4. I consumatori utilizzano lo smartphone non solo per fare infocommerce e per comparare i prezzi dei prodotti, ma anche per condividere sui social i futuri acquisti o i prodotti desiderati.
5. Dal 21 aprile Google penalizzerà tutti i siti non ottimizzati per la navigazione mobile. Un sito e-commerce mobile friendly è quindi ormai necessario non solo per i consumatori ma anche per ragioni legate alla visibilità sui motori di ricerca.
6. Avere un sito ottimizzato per il mobile permette agli utenti una navigazione più semplice e veloce, un’esperienza migliore, in grado di aumentare in modo indiretto le vendite online e negli store fisici. Se hai un’e-commerce non ancora mobile-friendly, adesso è il momento giusto per rendere il tuo e-commerce accessibile a tutti i dispositivi grazie a un nuovo design responsivo.
7. I nuovi sistemi di pagamento tramite smartphone come ApplePay, aiuteranno il settore del mobile commerce a crescere in maniera sostanziale, risolvendo alcuni dei problemi (secondo il 27% dei consumatori, gli schermi degli smartphone sono troppo piccoli per il checkout) che ne rallentano la diffusione non solo in Italia.